Primo articolo di questo Elettrodiario nostro che vedrà sulle sue pagine eteree realizzarsi meravigliosi esempi di ardimento e di patriottismo, di storia e di scienza, di steppa e di teppa, e messi tutti assieme forse un Q.I. a tre cifre. Forse.
Per maggiori informazioni su Vaporteppa, vi rimando alla pagina d’accesso.
Un cupo passato…

Il Fantastico. Mesto, imprigionato dalle imposizioni dei Padroni armati di specchi deformanti (ecco come mai i baffi finiscono pettinati all’insù).
La narrativa fantastica in Italia, è da anni “calpesta, derisa” (a buon titolo). Tutta colpa delle diffuse pratiche editoriali predatorie e delle politiche cieche che vorrebbero il Fantastico come il più stupido dei generi per i più stupidi dei lettori. O al più qualcosa per “bambini” e per bambocci, nella visione editoriale per cui se qualcosa piace ai giovani allora va fatto peggio possibile perché tanto non si accorgeranno della differenza.
L’equazione “gioventù = stupidità” ha condotto la narrativa fantastica nel baratro in cui è caduta, tra 2006 e 2011, venendo poi lentamente abbandonata per le vendite inadeguate, senza mai domandarsi se forse quel fallimento dipendesse dalla pessima politica editoriale. Giammai! Se la pratica non corrisponde alla teoria, sempre l’Editore Solone incolpa la pratica disallineata e fascista e difende la sua santa teoria perfetta.
Non veniva il minimo dubbio che potessero avere ragione all’epoca di Heinlein, quando un romanzo per i giovani era fatto con ancora più attenzione proprio perché, essendo più influenzabili, meritavano il meglio del meglio. Fanteria dello Spazio nacque come romanzo per ragazzi, divenne una pietra miliare della fantascienza e ancora oggi è una lettura consigliata nelle forze armate statunitensi.
Narrativa per scemotti, senza valore? Buona solo quando ridotta a estetica, a “specchio deformante” per comunicare “profondi” messaggi sociali? Profondi tra virgolette, visto che di norma si riduce il tutto alla fiera delle banalità in salsa di banalizzazione. Tutto l’opposto di quella visione storica della fantascienza come letteratura del progresso, della speranza, dei timori e in generale del pensiero di sinistra, o anche solo del passato glorioso del Fantastico nei miti dell’uomo.
Ecco la narrativa fantastica:
Siede in terra negletta e sconsolata,
Nascondendo la faccia
Tra le ginocchia, e piange.
Piangi, che ben hai donde
[…]
Come cadesti o quando
Da tanta altezza in così basso loco?
Signor contino gobbo, cosa farebbe se si reggesse in piedi?
A parte ballare, si intende, ché in tal caso le si suona il chitarrino…
Nessun pugna per te? non ti difende
Nessun de’ tuoi? L’armi, qua l’armi

Leopardi, anni 1830:
mens sana in corpore sano.
Ma senza sforzarti troppo con quel moschetto, ché ti esce la sciatica!
Spetta a noi vivi drizzar la schiena e strofinar la mano per buono auspicio su quel gobbino che drizzar non si puote e difatti subito aupisca “procomberò sol io”, scambiando forse lo sfinimento per lo sforzo con l’immolarsi per la Causa.
Riscattiamo noi questo Fantastico che per le colpe di padroni crudeli si vide riprodursi in mille figli ciechini, zoppini, idrocefali e decorati di specchini deformanti e vezzose perline. Risorgi!
Verso il futuro a passo di marcia, ora! Senza fanfara, ma con pernacchie per musica guerresca, e a tenere il ritmo Barbariccia che “avea del cul fatto trombetta“.
Oggi, quattro febbraio, nasce Vaporteppa!
Il presente appare come un istante immobile, vissuto giorno per giorno, senza alcuna prospettiva di mutamento. L’Editoria è sempre in crisi: erano in crisi quando stavano bene, sono in crisi ora che stanno male. Sempre Crisi, non importa il contesto reale. Nei telegiornali si parla da anni delle stesse cose, spesso letteralmente. Cambiano i volti, non cambiano i discorsi. Nulla cambia, nulla si muove. La società italiana fa di tutto per convincerci che dieci anni fa, ieri, oggi o domani son sempre uguali e solo sopravvivere di giorno in giorno conta.
Non diventerà mai il futuro, perché il futuro è qualcosa che è dentro la nostra mente: domani sarà come oggi se non saremo disposti a immaginarlo diverso. Si rimane fermi sul bordo del presente, senza spazio per prendere la rincorsa e saltar verso il futuro.
Nel passato era diverso, c’erano chiare visioni del futuro come il luogo del cambiamento verso cui gettarsi e per cui lavorare. Torniamo allora nel passato, in quel “secol superbo e sciocco” che pure appare tanto meno stupido e inutile del nostro, e da lì prendiamo la rincorsa attraverso il presente per balzare nel futuro.
Dipinte in queste rive
Son dell’umana gente
Le magnifiche sorti e progressive.
Ma senza ironia, caro gobbino, che tanto ti lagnavi di un secolo che nemmeno avevi visto tutto, e nulla sapevi del futuro che ci attendeva assai più brutto.
Avanti, Vaporteppa!
Qui si fa la narrativa fantastica, o si muore!
1 comment
Auguri per la nuova ardita impresa e complimenti per l’immagine scelta, tutto appare assai fascinoso e coerente, in particolare mi ha strappato un sorriso il francobollo per posta pneumatica (tecnosauro che pochi oggi conoscono, ma ha avuto un importanza ed una diffusione enorme, all’estero, tipo a Parigi, dove la “Pneumatique” era assai utilizzata).
Al contempo la nazionalizzazione del concetto di steampunk e i riferimenti all’arditismo sono chiaro segno di conoscenza pura da menzogna del periodo pre-ventennio in cui la visione del futuro, l’amor di Patria e le imprese memorabili costituirono un vero mix “esplosivo”.
Complimenti e buone letture elettriche a tutti.