Nascita di Vaporteppa

Dopo l’editoriale Risorgimentale sugli scopi di Vaporteppa, spendiamo qualche parola sulla nascita di questa collana come feci sul mio blog. Vaporteppa all’inizio non si chiamava così, era il progetto di un marchio editoriale nuovo che stavo cercando di concretizzare dal gennaio 2013 con un amico editore. Per vari motivi il progetto non riuscì a partire in tempi rapidi, nonostante il grande interesse, complici soprattutto i problemi e le lentezze normali dell’editoria tradizionale.

Lentezze normali, certo, ma per me inaccettabili: ispirandomi al Piemonte che fece l’Italia, anche io penso che per innovare non si possa procedere strisciando, ma ci si debba lanciare come i Bersaglieri. Ciò che è normale lo lascio agli altri, se non è sensato: con il buon senso e la normalità le nazioni si fecero sbaragliare più volte da Napoleone. Non fa per noi: i campi di battaglia ci piacciono visti da sopra un promontorio, dove l’aria del rinnovamento ancora arde di polvere di sparo, non da sotto la linea del suolo dividendosi le fosse con gli altri.

Logo Vaporteppa ,Branca e AdeleNon avendo date certe per l’avvio del marchio, a metà ottobre portai il progetto da Antonio Tombolini. Ricordavo che già da alcuni anni aveva espresso più volte il desiderio di divenire un editore vero e proprio, per cui pensai che magari il progetto gli sarebbe interessato e gli fornii una ventina di pagine di pianificazione strategica da leggere.
In realtà la mia speranza che volesse finanziarlo lui era scarsa, visto che il settore digitale era (ed è) ancora piccolo, però ci tenevo a informarlo anche solo per amicizia. Nel caso gli avrei chiesto i contatti di qualche editore di fiducia con distribuzione nazionale che potesse essere interessato.

Sorprendentemente in neanche 48 ore (del fine settimana) Antonio aveva letto tutto e accettato di provare. La cosa mi sembra ancora strana, ma buon per me: lavorare con una realtà editoriale nuova, senza eredità passatiste legate alla storia di un marchio, permette di sentirsi anche completamente liberi di fare tutto ciò che si vuole. Anche a costo di fare ciò che nessuna persona sana di mente farebbe: la Terza Via di Vaporteppa.

Così il marchio, divenuto ora una “collana” dentro Antonio Tombolini Editore, perse la patina seriosa iniziale quando si pensava addirittura a un nome in onore di Albert Robida. Dopo essermi consultato con diverse persone che saranno coinvolte nel primo anno, scegliemmo di chiamarlo Vaporteppa. Il resto della deriva cialtronesca lo potete ammirare in queste pagine condite con fatine, vekkiume e stemmi monarchici.

Lascio la parola ad Antonio Tombolini:

Col mio solito sprezzo del ridicolo mi accingo a fare il passo cui da anni resisto e che da anni rinvio: mentre Simplicissimus Book Farm si dà da fare, e ci riesce molto bene, nel procurare agli editori digitali i migliori ferri del mestiere per produrre e distribuire ebook in tutto il mondo, il sottoscritto si mette a fare l’editore: non trovo altro e migliore modo di questo per rispondere non più solo a parole ma coi fatti a quanti continuano ad accusarmi di essere contro gli editori, o di predicare bene perché non ne conosco i problemi ecc…

Oggi nasce Antonio Tombolini Editore. E andrà come andrà, nessuno potrà dire che non ci ho messo la faccia.

Ecco come funziona:

  1. Pubblicherò sempre i nuovi libri in formato digitale, ed eventualmente, in alcuni casi, anche in cartaceo, ricorrendo alla stampa digitale.
  2. Il lavoro di selezione dell’editore (cioè io) non sarà fatto sui libri, e neanche sugli autori, ma sui curatori, sui direttori editoriali cui affiderò diverse collane, di vario genere e tematica. Credo che la grandezza dei grandi editori italiani (quelli veri che abbiamo avuto) consistesse non in un particolare fiuto nello scegliere libri o autori, ma nello scegliere i direttori editoriali a cui affidare, con ampia autonomia, la gestione delle collane.
  3. Per questo motivo scrivere a me o inviarmi manoscritti da valutare è esercizio del tutto inutile: non avrò alcuna voce in capitolo sulle scelte di pubblicazione. Un po’ come in una squadra di calcio: io scelgo l’allenatore, a fare la formazione ci pensa lui
  4. Direttori editoriali e autori saranno compensati tutti con royalties molto più consistenti non solo della tradizionale editoria cartacea, ma anche rispetto agli attuali standard sul mercato degli ebook (non 25% del netto ricavo dell’editore, ma 50%). Ma niente anticipi.
  5. Si parte da subito con Vaporteppa, collana steampunk affidata a Marco Carrara aka il Duca, cui farà seguito a fine febbraio Penale.it, collana di studi di diritto penale affidata all’avvocato Daniele Minotti. Ovviamente entrambi amici miei che stimo molto e da molto tempo.
  6. Seguiranno a breve, entro marzo, altre collane, che annuncerò man mano. I piani editoriali e di pubblicazione di ogni collana saranno pubblicati dai rispettivi direttori nei rispettivi siti.
  7. Antonio Tombolini Editore sarà uno dei clienti di Simplicissimus Book Farm: userà i suoi servizi di conversione e produzione (BackTypo), la sua piattaforma di distribuzione (STEALTH), stamperà con BookMaker e cercherà le professionalità che gli servono nel suo marketplace (FootWings). E darà un’occhiata ai selfpublishers di Narcissus.me, visto mai che ne emerga qualche talento.
  8. Antonio Tombolini Editore non godrà di alcun privilegio rispetto a tutti gli altri editori clienti di Simplicissimus, e anzi sarà per Simplicissimus una rottura di scatole infinita: sarò il cliente più implacabile e più esigente, per spingere a migliorare sempre di più quei servizi a vantaggio di tutti

Mi metto a fare l’editore, e di questi tempi. Coraggio, auguratemi buona fortuna!

Sagrantino di Montefalco - Terre De La Custodia - Palombara - 2008 - tutto assieme

Profumo di confettura di amarene e di fiori appassiti, note di cacao e tabacco che si mischiano ai sentori di vaniglia.

Su Vaporteppa, a parte le fatine, crediamo anche nell’importanza dei riti: per esempio quello di aprire una bottiglia speciale per festeggiare un certo evento. Non speciale nel senso di pregiata o di costosa (può esserlo o non esserlo), ma nel senso che simbolicamente si deve legare all’evento a cui è stata abbinata. D’altronde pubblichiamo narrativa fantastica, no?
Per questo motivo, nonostante sia un amante degli spumanti e i rossi strutturati mi interessino molto meno, non ho tenuto da parte per l’apertura di Vaporteppa né uno Champagne biodinamico di Beaufort né un bel millesimato Altalanga di Cocchi: ho scelto un Sagrantino di Montefalco del 2008 da appena 12,90 euro.

Come mai quel Sagrantino?
Prima di tutto per il nome della località da cui proviene, “La Palombara”, che subito richiamò nella mia mente gli “Scafandri” di Vaporteppa. L’anno mi fulminò all’istante: 2008, in cui scrissi il mio primo articolo a tema eBook e si mise in moto quella serie di eventi che mi portarono a conoscere Antonio Tombolini.

Il Sagrantino di Montefalco, che nel nome del vitigno richiama l’idea della sacralità, è un vino umbro. Un’uva aspra, molto tannica, difficile da lavorare bene, ma che fornisce grandi soddisfazioni con l’invecchiamento: un po’ come speriamo avvenga con Vaporteppa, in questo settore così duro e difficile.
Il Sagrantino di Montefalco era uno dei più pregiati vini dello Stato Pontificio a fine Settecento e inizio Ottocento, secondo lo storico Serafino Calindri. L’Umbria non è le Marche e senza considerare il resto del ragionamento, per tornare sugli spumanti, magari anche una bella Vernaccia di Serrapetrona sarebbe andata bene per battezzare Vaporteppa.

400px-Cremona_-_Lapide_a_Giacomo_PagliariPerò l’Umbria risorse nel Regno d’Italia assieme alle Marche, strappate con la decisiva Battaglia di Castelfidardo a quella dominazione sacerdotale non voluta da Cristo, condannata dalla Ragione e dalla Storia. Battaglia avvenuta poco lontano dalla sede di Simplicissimus Book Farm. Troppi segni per poterli ignorare: nome della località, nome del vino, anno ed evento storico abbinato. Ci pensai alcuni giorni, quel vino non mi usciva dalla testa. Misi da parte lo Champagne Beaufort da 70 euro che pensavo di aprire e comprai quel Sagrantino molto più economico: e forse anche nei prezzi bassi, ma giusti, e in quella qualità minima garantita, senza cercare l’eccezionalità a tutti i costi, stava un altro segno. Molti segni sono nascosti per chi è disposto a inventarseli di sana pianta cercarli.

Così simbolicamente iniziamo da dove partì il Regno d’Italia nel 1861, con la Vecchia Editoria ancora fortemente arroccata al Soglio di Pietro e con le sue vecchie cattive abitudini ancora ricche e porporate, in attesa che i tempi diventino propizi per un 1870 di tutto il digitale italiano a cui partecipare assieme agli altri nuovi marchi e agli autopubblicati per far Risorgere infine la narrativa italiana. Una narrativa nuova, di tutti gli italiani.

Il Risorgimento non è un periodo storico:
è uno stato mentale.

 

2 comments

  1. In bocca al lupo (nonostante la vostra lontananza da Santa Romana Chiesa).

  2. Buona fortuna!
    Tombolini si conferma sempre come una grande figura sia imprenditoriale che intellettuale, e una collaborazione col Duca non può che promettere grandi cose. È un po’ come se i Pink Floyd e i Led Zeppelin suonassero insieme al Wembley , o Einstein e Hawking elaborassero nuove teorie insieme, o King e Palahniuk scrivessero un romanzo a quattro mani.
    Supporto e condivido il progetto con orgoglio ed entusiasmo! 😀

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