Domani arriva “Caligo”

Domani arriverà nei negozi Caligo, il primo romanzo totalmente italiano (autore e ambientazione) di Vaporteppa. Un’avventura steampunk in una Repubblica di Genova del 1912 che non è mai esistita, in un’Italia che è ancora solo un’entità geografica e tra Calabria o Egitto non c’è poi molta differenza (due terre di nazioni straniere, entrambe calde in estate) per chi abita a Piacenza o a Torino.

L’autore è Alessandro Scalzo, che qualcuno conoscerà già per il romanzo Marstenheim, autopubblicato nel 2009 in eBook: quando ancora per molti l’eBook non esisteva e l’unico modo per autopubblicarne uno era di avere un blog, o una rete di blog amici, che lo distribuissero al proprio pubblico.

Nell’attesa di Caligo vi presento le immagini e gli estratti pubblicati negli ultimi giorni sui social, inclusa la copertina completa con titolo e logo:

Lo spessore di Barbara Ann, la protagonista:

Esco con un sacchetto di sfogliatelle alla crema al whisky, sapendo già che poi mi pentirò scoprendo che la circonferenza del petto mi è aumentata di un altro pollice, ché da un po’ di tempo a questa parte sembra che tutto ciò che mangio vada a finire solo lì e basta.

I problemi pratici nella vita di una signorina per bene, in un collegio di suore:

Apro una delle casse arrivate al collegio nei giorni scorsi. Prima di uscire, vorrei almeno sistemare i sessantaquattro volumi dell’Enciclopedia dell’Ingegnere di papà nella libreria e togliere di mezzo la cassa vuota, per fare un po’ di spazio. E, soprattutto, devo recuperare il revolver.
Ho sbagliato. Questa cassa non contiene volumi dell’enciclopedia, ma la mia collezione di Superomo. In cima alla pila c’è il numero di maggio. Sulla copertina color seppia fan bella mostra due marinai muscolosi nudi dalla vita in su, unti di olio per massaggi e con le braccia coperte di tatuaggi. Uno cinge l’altro per la vita da dietro e ammiccano al lettore, vogliosi. Povera me, spero che esista ancora quella nicchia dietro al comodino dove solevo nascondere le mie cose segrete, altrimenti dovrò trovare un altro posto prima che questa roba capiti nelle mani di qualche serva pettegola, e da lì in quelle delle suore.

E le raffinate e importanti idee politiche di alcuni suoi conoscenti:

Metto il piede sul predellino. Ci ripenso e mi volto indietro.
«Gallo, dimmi una cosa.»
Lui annuisce.
«Che ci fa un secondo macchinista nella Fratellanza Monarchica? Che hai, tu e la tua famiglia, da spartire con quella gente?»
Lui si stringe nelle spalle. «Guardati intorno.» La sua voce risuona chiara nella via deserta. «La Terra soffre. La Terra soffre perché il Re e la Terra sono una cosa sola, e senza il Re, la Terra muore. E anche il popolo soffre, perché non c’è più il Re a difendere i proletari dalle prepotenze dei borghesi e dai soprusi dei padroni delle fabbriche.»
Gli scoppio a ridere in faccia, e mi dispiace.
«Che c’è?»
«Niente, perdonami. Ma tu, ci credi davvero?»
Si stringe nelle spalle, di nuovo. «Arrivederci, Duchessa.»
«Addio, Gallo.»

Un frullato del film Excalibur e di marxismo, in pratica lo dottrina Monarcocomunista sostenuta dal Duca di Vaporteppa. Viva il Re!

E per finire Armando, un monarchico in perfetto stile Vaporteppa!

«E quindi, dato che impiegavi un po’ a ritornare in te dopo il mancamento, ho pensato di sfruttare i tempi morti per preparare il set della nostra sessione fotografica.»
Il Signor Armando volge lo sguardo al cielo. Chiude gli occhi, solleva la mano, e si lascia andare un bel ceffone sulla guancia.
«Ma che fa? È matto?»
«Non preoccuparti, è una cosa mia. Mi rifilo un ceffone da solo ogni volta che mi scappa detta una parola nella vostra lingua barbarica.»
«Non ci ho nemmeno fatto caso. Qual era la parola?»
«Set» dice il Signor Armando. «Ma porc…»
Si molla un altro schiaffo.

A domani per l’uscita del romanzo!

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