Febbraio – dal ventuno a fine mese

Torna indietro: febbraio, dall’undici al venti del mese.

21 febbraio

1848: a Londra viene pubblicato per la prima volta “il Manifesto del Partito Comunista”, in tedesco, e diffuso tra rifugiati politici tedeschi.

Pochi giorni dopo scoppiò la rivoluzione in Francia. Il Manifesto non ebbe colpe, visto che era in tedesco e ancora doveva diffondersi, ma quando i casini finirono in giro per l’Europa le autorità trovarono nel Manifesto una buona scusa per prendersela con gli autori: Marx venne arrestato ed espulso dal Belgio. Non essendo benvoluto nemmeno in Francia o negli stati tedeschi, se ne andò a Londra.

Trent’anni dopo, un altro testo di grande importanza apparve: il primo elenco telefonico, relativo a New Haven, in Connecticut. “The telephone directory” era formata da un solo foglio e conteneva i numeri di 50 professionisti. Due anni dopo, il 15 gennaio 1880, venne pubblicato il primo elenco telefonico di Londra.

marxmanifesto22 febbraio

1848: la folla invade le strade di Parigi gridando “Lunga Vita alla Riforma!” e “Abbasso Guizot!”, contestando re Luigi Filippo e il suo primo ministro (nell’immagine) che si opponevano alla riforma elettorale che avrebbe esteso il diritto di voto.

In Francia però erano proibite le manifestazioni pubbliche. Il giorno dopo la folla si radunò per festeggiare le dimissioni di Guizot, appena sostituito dal re col conte Molé (favorevole invece alla riforma). Tra clima teso, eccitazione e insulti dei manifestanti che si nascondevano dietro le barricate, i soldati fecero l’errore di sparare causando 52 morti e l’inizio vero e proprio della rivoluzione che porterà il re ad abdicare.

Da anni la borghesia pretendeva le riforme, come erano avvenute nel 1832 in Gran Bretagna, ma la monarchia non era molto incline a soddisfare le richieste di una moderna monarchia costituzionale. La crisi economica e la carestia a partire dal 1846 avevano messo in ginocchio il paese, e non essendoci una rete ferroviaria adeguata non era stato possibile soccorrere in modo adeguato i contadini. Erano esplose rivolte nelle campagne, che erano poi state represse nel sangue.

Con la rivoluzione del 1848 venne stabilito il concetto di “diritto al lavoro”, nacquero gli opifici nazionali per dare lavoro ai molti operai senza impiego (ma fallirono miseramente in tre mesi, d’altronde il lavoro non si crea facilmente dal nulla per ordine dello Stato) e venne istituto un “parlamento industriale” per riorganizzare il mercato del lavoro e modernizzare così la Francia.

La Rivoluzione in Francia diede coraggio ai diversi movimenti borghesi in cerca di riforme e modernità negli altri paesi europei, punteggiando di rivoluzioni l’Europa per l’intero anno.
L’esperienza della Seconda Repubblica terminò nel 1852, quando un anno dopo il Colpo di Stato del 1851 Luigi-Napoleone Bonaparte con un referendum si fece proclamare Imperatore col nome di Napoleone III.

Guizot,_François_-_223 febbraio

1820: viene sgominata la cospirazione di Cato Street, volta ad assassinare il primo ministro e tutti i ministri del suo gabinetto. Il piano era nato in seguito alla crisi di governo causata dalla morte di re Giorgio III.

I cospiratori volevano sovvertire lo stato e dare una svolta al paese, in piena crisi a causa della transizione verso il mondo industriale, secondo l’idea che una più equa distribuzione delle terre avrebbe aiutato a combattere la povertà e a ridurre la corruzione che nasce dall’accentramento.

I cospiratori vennero colti con le mani nel sacco quando caddero nel tranello: venne fatto capir loro che tutti i ministri si sarebbero trovati a cena, il 23 febbraio 1820, a casa del conte di Harrowby e che quindi quello sarebbe stato il luogo e il momento ideale per colpire (la polizia aveva un infiltrato tra i cospiratori).

Cinque cospiratori vennero impiccati e decapitati, altri cinque vennero esiliati (mi pare in Australia).

NPG D36701; A May Day Garland for 1820 published by Samuel William Fores24 febbraio

1895: scoppia la rivoluzione cubana contro il dominio spagnolo che porterà nel 1898 all’intervento diretto degli USA e allo scoppio della guerra ispano-americana, combattuta a Cuba e nelle Filippine. Alla fine della guerra, Cuba venne ceduta dalla Spagna agli Stati Uniti che la occuparono facendone un proprio protettorato.

San_Juan_Hill_by_Kurz_and_Allison25 febbraio

1836: Samuel Colt ottiene il brevetto per il suo nuovo tipo di rivoltella ad avancarica del tamburo, la Colt Paterson. Era un modello iniziale di cui vennero realizzate solo 2800 copie tra 1836 e 1842, in diversi calibri. Il grilletto era ripiegato e diveniva disponibile per sparare solo armando il cane prima (caratteristica presente, in modi diversi, anche in altri revolver d’epoca senza ponticello: come l’italiana Bodeo 1889 nella versione per la truppa, in cui il grilletto andava piegato e ripiegato a mano).

I modelli davvero famosi di Colt, prima della Guerra Civile, furono la poderosa Walker del 1847 che poteva impiegare (con un certo rischio) cariche di sparo maggiorate, la classica Dragoon del 1848 e la più compatta Navy del 1851. La Colt Navy aveva dimensioni più simili a una rivoltella moderna, più adatta al porto al di fuori di una fondina sulla sella, e di calibro più piccolo (circa 9 mm contro gli 11,5 delle altre due).
Nel nome completo “Colt Revolving Belt Pistol of Naval Caliber” si sottolineava proprio la nuova possibilità di portarla agevolmente alla cintura.

Esistevano già “rivoltelle” prima della Colt Paterson, ma erano diverse: le pepaiole (pepperbox) avevano un lungo tamburo in cui ogni camera funzionava anche come canna, moltiplicando così il peso dell’arma. Erano adatte solo come armi da porto occulto, con canne corte e in grado di utilizzare cariche non molto elevate (per non spaccare l’arma), in modo da limitare il peso generale.

L’innovazione di Colt fu di ridurre al minimo la lunghezza delle camere da sparo e separarle dalla canna, ideando un meccanismo che alzando il cane faceva ruotare il tamburo di camere da sparo e ne allineava una sempre correttamente con la canna.

Il tamburo andava caricato con polvere e palle sciolte (i proiettili col bossolo ancora non si usavano) e sul retro di ogni camera andava posta una capsula di fulminato di mercurio su cui il cane impattava per causare la fiammata iniziale che avrebbe acceso la carica di polvere nera.

Colt_Paterson_Belt_2nd_Model26 febbraio

1909: Kinemacolor, il primo processo per ottenere film a colori, ideato da George Albert Smith nel 1906, viene mostrato a Londra.
Si basava sulla mescolanza additiva di due colori, rosso e verde, utilizzati come filtri durante la ripresa che avveniva a velocità doppia, per l’epoca, ovvero 32 immagini al secondo. Poi attraverso un filtro rotante con i colori rosso e verde si proiettava la pellicola che di per sé non era a colori, ma in bianco e nero. La proiezione risultava colorata, per quanto dozzinalmente.

Un piccolo video dimostrativo coi diversi passaggi che costruiscono l’immagine a colori nel Kinemacolor: https://www.youtube.com/watch?v=eY2EyLEGsyA

kinemacolor27 febbraio

1870: Hinomaru (“disco solare”), il disco rosso al centro di un rettangolo bianco, diventa la prima bandiera ufficiale del Giappone, adottata prima dalla marina mercantile e mesi dopo da quella militare. Nel 1885 tutte le leggi non pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale vennero annullate, inclusa quella della bandiera, che però rimase de facto la bandiera del paese.

Non che ai giapponesi importasse molto: avevano una certa difficoltà a cogliere l’importanza dell’avere forti simboli a identificare e unire la nazione. Produrre simboli nazionali chiari più che altro fu una necessità del Giappone per comunicare con le potenze occidentali, che se li aspettavano.

Durante la seconda guerra sino-giapponese, nel 1937, Hinomaru acquisì una valenza maggiore per il popolino, divenendo un simbolo per le ragazze giapponesi che volevano dimostrare di supportare la guerra in Cina e lo sforzo dei soldati coinvolti. Pare che siano state alcune ragazze di Hiroshima, per prime, a creare un “Hinomaru bento”: un letto di riso bianco con sopra una umeboshi (prugna salata giapponese), bene al centro, collocato nel portavivande (bento).

L’umeboshi non è davvero una prugna, è più imparentata con l’albicocca. Viene seccata al sole e ha un sapore fortemente salato e acido, utile per condire al posto del sale, o infilata come ripieno negli onigiri (le palle di riso), e che può anche essere mangiata da sola, soprattutto per chi crede faccia bene alla salute… per i giapponesi è un po’ come il nostro “una mela al giorno toglie il medico di torno”. A me piacciono.

2000_513_l28 febbraio

1897: in seguito all’intervento militare francese in Madagascar, la regina Ranavalona III viene deposta e termina dopo 337 anni la monarchia dei Merina.

Il Madagascar era un’isola ricca ed era importante per controllare le rotte verso l’India, prima del canale di Suez. Per questo fin dagli anni 1860 la Francia aveva cercato di prenderne il controllo, in funzione anti-britannica. Poi in pochi anni arrivò il canale e fu un po’ meno utile il Madagascar: le grosse navi da guerra comunque non potevano usare il canale, a causa del pescaggio eccessivo rispetto ai limiti di transito, e dovevano girare attorno all’Africa.
I problemi del Madagascar con le potenze europee risalivano all’inizio del secolo e già negli anni 1820 i regnanti Merina avevano dovuto imporre limitazioni sempre più rigide contro i cristiani per ridurre le conversioni e l’influenza degli europei sull’isola.

Le tensioni con la Francia aumentarono nel 1863, quando il re Radama II venne deposto dopo solo due anni di regno in un colpo di stato dell’aristocrazia guidata dal fratello maggiore.
Radama II era considerato troppo filo-europeo, tanto da aver aperto di nuovo l’isola a francesi e britannici. Aveva fatto concessioni territoriali a un mercante francese già quando era principe e, per le leggi Merina, non avrebbe potuto farne. In più voleva imporre leggi strane, per esempio rendendo legali i duelli (fece anche cose buone, come perdonare e liberare i dissidenti politici imprigionati sotto la regina precedente).
La questione delle concessioni annullate, che avrebbero permesso una testa di ponte francese sull’isola, furono al centro degli attriti tra Francia e Madagascar.

Le concessioni annullate e la crescente influenza britannica sull’isola portarono la Francia alla prima invasione, nel 1883. Dopo la vittoria i francesi ottennero una grossa indennità di guerra e una città portuale all’estremo nord dell’isola. Ma la questione non era chiusa, perché la regina Ranavalona III rifiutò di accettare che l’isola fosse un protettorato francese come previsto dal trattato del 1885 al termine del primo conflitto.

Un secondo conflitto esplose allora alla fine del 1894 e in meno di un anno il Madagascar venne sconfitto dalla Francia e ridotto a un protettorato. Fu una guerra con pochissimi scontri per la Francia, tant’è che il corpo di spedizione francese, 15.000 uomini, alla fine ebbe solo 25 morti in combattimento… il vero problema furono però dissenteria e malaria che unite alla pessima gestione medica della spedizione uccisero migliaia di soldati.

Il motivo dei pochi scontri fu semplice: il popolo si ribellò subito contro l’odiata monarchia dei Merina, le loro imposizioni retrograde e la schiavitù ancora diffusa. Si incazzarono perfino per il tradimento a livello religioso: i Merina erano diventati cristiani protestanti! Prima la dura opposizione e poi la conversione (per farsi belli coi britannici?), facendo infuriare così il proprio popolo, allevato per decenni nell’odio contro i cristiani.
Bastarono TRE (contati, proprio tre) proiettili d’artiglieria contro la capitale per convincere l’esercito della regina ad arrendersi.

Due anni dopo la fine della seconda guerra tra Francia e Madagascar, anche la monarchia venne abolita sull’isola e la regina spedita in esilio ad Algeri, dove morì nel 1917. Pur di salvare la propria poltrona e continuare a regnare, Ranavalona III promise ai francesi di convertirsi al cattolicesimo. Le risposero che poteva pure evitare di farlo, non li interessava. ^__^

madagascar_189729 febbraio

1912: precipita e si frantuma la celebre Piedra Movediza di Tandil, una roccia di 300 tonnellate in bilico sul crinale di una collina nella provincia di Buenos Aires, in Argentina. Era stata il simbolo della città fin dalla sua fondazione nel 1823.

Non si conosce con certezza perché precipitò. Forse un atto vandalico. Forse le vibrazioni causate da un’esplosione presso la vicina cava. Tra le ipotesi, anche quella che i minatori fossero così disturbati dall’afflusso di turisti da distruggere apposta quella bizzarria della natura.

Piedra_Movediza_de_Tandil

 

Prosegui con: marzo, dal primo al dieci del mese.

 

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