Torna indietro: aprile, dal primo al dieci.
11 aprile
1908: varo della SMS Blücher, l’ultimo incrociatore corazzato realizzato per la Marina Imperiale Tedesca! 32mila cavalli di potenza con tre motori a vapore a tripla espansione serviti da 18 caldaie! Quasi 162 metri di lunghezza per 17mila tonnellate di dislocamento, ma non ditele che era grassa: filava bene in mare, anche se il rollio era un po’ forte. Diciamo che nella camminata col libro in testa, non sempre riusciva a cavarsela al meglio. Ma nell’insieme, che dire? Una signorina come non ce ne sono più!
12 aprile
1910: varo della SMS Zrínyi, classe Radetzky, una delle ultime corazzate pre-dreadnought della Marina da Guerra Austro-Ungarica. Realizzata presso lo Stabilimento Tecnico Triestino, non posso certo lodarla per le sue doti: nata già anziana, destinata più allo zitellaggio che a dare gioie alla sua nazione, non era all’altezza di navi ben più moderne prodotte fin dal 1906.
Nel 1906 era stata varata la britannica HMS Dreadnought, che divise il mondo delle corazzate in due: prima del suo design e dopo. Possiamo dire, semplificando molto, che c’erano state fondamentalmente quattro grandi periodi delle corazzate: le “fregate corazzate” degli anni 1850-1860 (come la HMS Warrior… più corazzate costiere e fluviali come nella guerra civile americana), le corazzate vere e proprie tra 1870 e metà 1880 (periodo in cui l’avvento di torpedini e mine fecero temere il declino delle grandi navi a favore di sole navi piccole), le pre-dreadnought da metà 1880 fino al 1905 e le dreadnought che arrivarono col 1906.
Cosa distingue in soldoni le pre-dreadnought dalle nuove? Semplificando molto, una scelta di ottimizzazione dei cannoni. Una pre-dreadnought ha molti cannoni pesanti di calibri diversi, dovendo così gestire più munizioni diverse, oltre ai cannoni più piccoli anti torpediniera e simili. Ma qual è lo scopo dei cannoni pesanti? Fornire il massimo livello possibile di penetrazione delle corazzature e di gittata… per cui che senso ha avere due tipi di cannoni pesanti, uno migliore e uno inferiore? Con le dreadnought si sceglie di concentrare tutte le risorse disponibili per le armi pesanti sul fare cannoni pesanti di un solo calibro, più potenti possibili.
In italiano si chiamano anche “corazzate policalibro” e “corazzate monocalibro”.
Facendo un confronto concreto, la SMS Zrínyi aveva 4 cannoni da 30 cm e 8 cannoni da 24 cm come armamentario pesante più tre tubi lancia siluri e altri 26 pezzi leggeri (di 2 calibri diversi), mentre la HMS Dreadnought aveva 10 cannoni da 30 cm come armamento pesante, 5 tubi lancia siluri e 27 pezzi leggeri (di un solo calibro). Anche i cannoni leggeri erano stati semplificati a livello di gestione delle munizioni: un calibro la HMS Dreadnought, due calibri la SMS Zrínyi.
La vecchia zietta SMS Zrínyi passò nel 1919 agli USA che nel 1921 la consegnarono all’Italia, mi pare presso Venezia, per farla smantellare. Appena 11 anni e già antica da pensionare. Come direbbe Pedobear: too old!
13 aprile
1870: nasce il Metropolitan Museum of Art di New York. Oggi è uno dei dieci musei più grandi del mondo, con due milioni di opere tra cui una vasta collezione di armi e armature rinascimentali
14 aprile
1881: a El Paso, in Texas, avviene la “sparatoria dei quattro morti in cinque secondi”, di cui tre causati dal nuovo sceriffo Dallas Stoudenmire, un noto pistolero che ricopriva l’incarico solo da tre giorni. Per i dettagli sulla storia di cavalli rubati e messicani arrabbiati che fa da sfondo, vi rimando a wikipedia: http://it.wikipedia.org/wiki/Sparatoria_dei_Quattro_Morti_in_Cinque_Secondi
15 aprile
1877: Francesco Cirio viene premiato all’esposizione di Amsterdam per le sue conserve.
Cirio aveva cominciato da ragazzino a vendere ortaggi, in particolare sfruttando l’idea di comprarne molti al mercato al momento della chiusura, quando costavano molto poco, e poi portandoli porta a porta in periferia. Quando seppe che in Europa c’era forte domanda di ortaggi italiani, e che c’era il problema di conservarli per il consumo invernale, Cirio decise di iniziare l’attività di produzione di conserve.
Nel 1856 avviò a Torino l’attività presso un modesto locale, dotato appena di due caldaie e un camino, in cui sperimentò i suoi sistemi di lavorazione sui piselli fino a ottenere per via empirica il risultato che già Appert aveva ottenuto in Francia mezzo secolo prima. Il metodo di Appert consisteva nel togliere l’aria da un vaso con dentro carne o ortaggi, sigillarlo, coprirlo con un telo e farlo bollire fino a completa cottura del contenuto. In questo stesso modo Cirio realizzò i suoi piselli in vaso con cui iniziò le attività: a lui non va il merito del metodo, che si limitò a perfezionare, ma di aver fatto nascere in Italia l’industria conserviera.
Tra gli episodi che costellano la vita di Cirio e ne mostrano l’ingegno, basta ricordare quello dei cavolfiori. Una grossa partita di cavolfiori era ferma a Berlino, senza che si riuscisse a venderli. Cirio partì alla volta di Berlino, fece inviare grandi quantità di burro e di bottiglie di vino e comunicò che assieme ai cavolfiori italiani sarebbe stato venduto il necessario per degustarli al meglio. I giornali tedeschi diedero risalto alla notizia e il tutto andò a ruba.
Cirio, il contadino analfabeta divenuto industriale, ottenne con i suoi prodotti subito vasto successo in Europa, ma non si fermò lì e da instancabile sperimentatore cercò nuove sfide diversificando le attività: coltivazione del tabacco a Lecce, il commercio delle uova e… non fu fortunato come imprenditore, in generale, quanto lo fu come innovatore. Negli ultimi anni di vita il suo patrimonio era in dissesto, lo stabilimento si spostò da Torino a Napoli e la maggioranza azionaria passò sotto il controllo di un’altra famiglia .
Mangiando una giardiniera o un qualsiasi altro ortaggio conservato, o aprendo un barattolo di pelati, mi scende una lacrimuccia per questo grande italiano figlio dell’industrioso Piemonte e penso a ogni boccone: “Viva il Re! Viva l’Italia! Viva la Libertà!”
E voi?

Francesco Cirio, un uomo con un sogno: vedere il pisello che teneva in mano giungere a ogni bocca d’Europa.
16 aprile
1912: Harriet Quimby, la prima aviatrice a ricevere il brevetto negli USA (nel 1910), fu la prima donna ad attraversare lo stretto della Manica pilotando un aereo.
Quimby, giornalista e sceneggiatrice per il cinema (apparve anche in una pellicola di Griffith), aveva scoperto l’interesse per il volo a 35 anni. La sua impresa sfortunatamente ebbe pochissima attenzione dai giornali, visto che il giorno prima era affondato il Titanic.
Il primo luglio dello stesso anno il monoplano della Quimby puntò all’improvviso verso terra, per motivi ignoti, e balzò dai sedili lei e il suo passeggero, facendoli precipitare da 460 metri di quota. Morirono entrambi.
17 aprile
1895: il trattato di Shimonoseki conclude la prima guerra sino-giapponese. L’Impero Qing accordava all’Impero del Giappone, tra le varie cose indicate negli 11 articoli, queste: la piena indipendenza della Corea, a cui non avrebbe più chiesto tributi (divenne protettorato giapponese); il controllo della baia orientale della penisola del Liáodōng, dove era presente Port Arthur (Lüshun per i cinesi); un indennizzo di guerra equivalente a 7500 tonnellate d’argento; l’accesso a una serie di porti e la proprietà di Formosa (Taiwan) e delle isole Pescadores.
Trionfo per il Giappone? Non proprio.
Germania, Francia e Russia si misero in mezzo, allarmate dalle mire espansionistiche del Giappone, divenuto in pochi decenni una nazione a livello di quelle occidentali partendo dall’arretratezza della Cina. In particolare la Germania stava tentando di avvicinarsi alla Russia e impose che quella parte di baia con Port Arthur passasse ai russi.
Il Giappone lo aveva conquistato e la Russia, che non c’entrava niente, ottenne quel porto fortificato strategico! Port Arthur infatti è sempre accessibile, le acque della baia non congelano nemmeno in pieno inverno. Il Giappone non ebbe scelta, visto che le tre nazioni avevano minacciato la guerra, e in cambio ottenne altre 500 tonnellate d’argento… dalla Russia? Certo che no: dalla Cina. La Germania regala alla Russia una proprietà del Giappone e paga il conto la Cina. Equo come l’Ottocento sapeva essere.
Al Giappone la cosa non piacque per niente.
Nei nove anni successivi preparò la popolazione in vista di una guerra contro la Russia per riprendersi quanto sottratto. La lezione della guerra sino-giapponese era stata appresa, e nel 1904 il Giappone sapeva combattere perfino meglio delle potenze occidentali, pur non disponendo di mitragliatrici.
Con la guerra russo-giapponese del 1904-1905 il mondo si stupì del Giappone e dei suoi trionfi contro il colosso russo, al punto che l’intervento diplomatico fu opposto: a favore del Giappone per evitare che la rappresaglia russa degenerasse in un conflitto totale letale per il Giappone. Dopo il 1905 il Giappone fu pienamente considerata una nazione evoluta, a cui non si potevano fare gli stessi scherzi che si facevano alla Cina, degna dello stesso rispetto accordato alla Francia o all’Italia nel consesso delle nazioni.
18 aprile
1915: l’aviatore francese Roland Garros venne abbattuto (o forse vi fu un problema col motore, non si sa) e riuscì a planare e atterrare in territorio sotto il controllo tedesco. Fino a quel momento aveva già abbattuto tre aerei nemici, di cui uno quel giorno stesso. Venne rinchiuso in un campo di prigionia.
Dopo vari tentativi di fuga riuscì a evadere nel febbraio 1918 e a unirsi di nuovo all’esercito francese. Combatté ancora come aviatore fino all’ottobre 1918, quando venne abbattuto e morì. Morì il giorno prima di compiere 30 anni e un mese prima che finisse la guerra. Se fosse rimasto nel campo di prigionia, come tanti ufficiali e soldati arrivati vivi alla pace, quasi sicuramente sarebbe sopravvissuto.
Con soli quattro aerei avversari abbattuti confermati (dei due nel 1918, uno non venne confermato), non può nemmeno essere considerato un “asso”, titolo che richiede cinque aerei nemici abbattuti. La fuga per tornare a combattere non gli fece conquistare nemmeno il titolo.
Complimenti comunque per il tentativo: questo è lo spirito giusto!
19 aprile
1839: Guglielmo I del Regno Unito dei Paesi Bassi firma il Trattato di Londra e accetta l’indipendenza del Regno del Belgio.
Il Belgio era diventato indipendente dal Regno Unito dei Paesi Bassi con la rivoluzione del 1830 e dal 1831 aveva per sovrano Leopoldo I di Sassonia Coburgo Gotha (zio materno delle Regina Vittoria del Regno Unito), incoronato “re dei belgi”, che prima di accettare quella corona aveva già rifiutato quella della Grecia.
Con la Conferenza di Londra del 1830-1831 venne accettata questa indipendenza a livello internazionale e mancavano solo i Paesi Bassi, i diritti interessati dalla separazione, a confermarla. Ci volle qualche anno, ma meglio tardi che mai.
20 aprile
1818: il caso Ashford contro Thornton si conclude con la liberazione di Thornton quando Ashford, di fronte all’idea di un giudizio per combattimento, ritira l’accusa.
Sì, un giudizio per combattimento. Come Tyrion nella prima stagione de “Il trono di spade”, per intenderci. Nel 1818, eh! Come una di quelle storie di vecchie leggi ereditate nei secoli, a base di tassisti che devono portare il fieno per i cavalli nel bagagliaio e altre stramberie che non mi è mai interessato verificare se fossero leggende metropolitane o meno.
Abraham Thornton nel 1817 era stato accusato dell’omicidio di Mary Ashford. Si erano incontrati una sera a ballare, poi erano andati via assieme, senza un sacrosanto chaperone a vegliare sulla giovane, e il giorno dopo quella era stata trovata annegata, con evidenti segni di stupro.
Thornton venne processato, ma nonostante l’opinione pubblica gli fosse contro (il caso era diventato molto famoso, con tanto di libelli contro Thornton, canzoni e poesie), la giuria ritenne che non ci fossero prove per incolparlo. William Ashford, fratello della vittima, ricorse in appello sfruttando la possibilità per i parenti di una vittima di accusare qualcuno direttamente con un meccanismo poi abolito nel 1819 (assieme al giudizio per combattimento) proprio in seguito a questo caso.
Thornton venne di nuovo arrestato, ma sfruttò il ricorso in appello a proprio vantaggio: il Parlamento non aveva mai abolito la possibilità, risalente alle leggi di epoca Normanna, in caso di appello, di ricorrere a un giudizio per combattimento contro l’appellante. Ashford rifiutò il combattimento e dovette rinunciare all’accusa. Thornton fu libero ed emigrò poi negli USA, dove morì nel 1860.
Un altro caso precedente di giudizio per combattimento si era risolto a tarallucci e vino tre anni prima, quando in Irlanda il caso O’Reilly contro Clancy portò il giudice a chiedere se stessero scherzando e se davvero avessero intenzione di obbligare la corte ad assistere a un combattimento mortale. Clancy ammise la propria colpevolezza e venne inviato in una colonia penale.
Pare che il caso Ashford contro Thornton abbia ispirato il combattimento giudiziario nel romanzo storico “Ivanhoe” di Scott, che ne parlò più volte in alcune lettere ad amici prima della stesura dell’opera.
Sarebbe stato curioso scoprire con che armi avrebbero dovuto combattere, nel caso, e se qualche nobile appassionato di antichità avrebbe offerto armature e armi inastate per fare uno spettacolo in grande stile.
Prosegui con: aprile, dal ventuno alla fine del mese.
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