Torna indietro: giugno, dal primo al dieci del mese.
11 giugno
1903: il re di Serbia Alessandro Obrenović, la regina Draga e la loro famiglia vengono assassinati da un gruppo di cospiratori. Nella foto il comandante della squadra che fucilò i fratelli della regina, il tenente Vojislav Tankosić.
I serbi hanno sempre quell’impulso interiore ad ammazzare i regnanti, sono adorabili, perfino più degli anarchici italiani: 11 anni dopo ammazzeranno un Arciduca causando (“Oh Cielo, non volevamo! Era solo un vezzoso giuoco!”) una piiiiiiccola guerra mondiale. Che birbantelli discolacci! ^_^
12 giugno
1897: Karl Elsener, dopo aver aggiunto un cavatappi e altri aggeggi al coltello dell’esercito svizzero Modell 1890, già dotato di apriscatole e cacciavite, fa nascere il moderno coltellino svizzero. Nella foto, il modello adottato dall’esercito svizzero tra 1908 e 1951.
1860: viene fondata la Banca statale dell’Impero Russo, che fu banca centrale della Russia dal 1860 al 1917.
Nacque come banca commerciale per tramite di un ukase (un dettame che ha forza di legge, simile a un nostro decreto) dello Zar Alessandro II. Con quell’ukase venne anche determinato lo statuto della banca, il cui compito era di fornire credito a breve termine all’industria e alle attività commerciali.
Nella foto la sede centrale, a San Pietroburgo, nel 1905.
13 giugno
1878: inizia il Congresso di Berlino, dopo la guerra tra Impero Ottomano e Impero Russo. Fu la grande vittoria diplomatica di Bismarck, che rese la Germania la grande mediatrice in grado di risolvere la crisi senza che degenerasse in una guerra mondiale.
L’Impero Ottomano fu soddisfatto, perse meno territori e subì meno danni di quanto temesse inizialmente. La Russia, vincitrice della guerra, non fu soddisfatta dai risultati e dovette ingoiare anche l’occupazione austriaca della Bosnia. Cosa che non fece felice nemmeno la Serbia, che però aveva bisogno dell’appoggio austriaco per ottenere l’indipendenza dall’Impero Ottomano (e ottenne il riconoscimento di principato indipendente). Perfino la nascente Bulgaria non fu delle dimensioni auspicate dalla Russia. La Romania, che perse parte del territorio per colpa della Russia, si avvicinò alla Germania.
I rapporti tra Germania e Russia peggiorarono, come è immaginabile. L’Italia, che da molto tempo voleva portare la questione del Trentino in cambio dell’appoggio all’occupazione austriaca della Bosnia, per non correre il rischio di un conflitto mondiale dovette ingoiare amaro e appoggiare senza chiedere nulla in cambio. L’occupazione austriaca della Bosnia (in teoria nel pieno rispetto dei diritti del Sultano Ottomano) diventerà annessione vera e propria nel 1908, in violazione del Trattato di Berlino.
14 giugno
1830: oltre 34.000 soldati francesi sbarcano nella Reggenza di Algeria, all’epoca sotto controllo Ottomano, per iniziare l’invasione del paese voluta da Re Carlo X. La Francia dopo la restaurazione era un paese fragile, pieno di insoddisfazione, e un progetto coloniale con le sue vittorie poteva distrarre dai problemi interni.
Da tre anni il porto di Algeri subiva il blocco navale francese, a causa di un incidente diplomatico. Il 14 giugno la flotta di invasione era al completo, più di 100 navi da guerra e 400 da trasporto truppe. Alcuni giorni dopo lo sbarco, il 5 luglio, iniziarono i bombardamenti su Algeri. Quel giorno stesso le truppe francesi occuparono la città.
Il dominio francese sull’Algeria richiese parecchi anni per consolidarsi. Nel 1848 ormai il nord del paese era sotto solido controllo francese. In pratica ci era voluto tutto il tempo del regno di Luigi-Filippo, successore di Carlo X dal 1830 con la “monarchia di luglio”.
Rivolte e tensioni proseguirono a lungo (ve ne fu una grossa anche nel 1871, per esempio).
L’Algeria rimase francese fino al 1962 e altre aree vennero annesse al paese in diversi momenti, per esempio negli anni 1890 e 1930. L’Algeria divenne così quella che è ora, la nazione più estesa dell’Africa, davanti perfino al Congo e alla Libia. Ok, il 90% è deserto, ma nessuno è perfetto, no?
Nel quadro: la presa di Costantina del 1837.
15 giugno
1844: Charles Goodyear (sì, il cognome dovrebbe farvi pensare ai pneumatici) ottiene il brevetto per la vulcanizzazione della gomma, un processo in cui il lattice viene reso più elastico e più resistente ai solventi legandolo chimicamente allo zolfo per riscaldamento.
La moderna vulcanizzazione è un processo del XIX secolo, ma sistemi per lavorare la gomma erano già conosciuti prima. Per esempio gli aztechi univano il lattice con il succo di un rampicante del posto per produrre palline di gomma. In occidente la gomma si usava già a inizio dal 1824 per realizzare i Mackintosh, un tipo di soprabito impermeabile.
16 giugno
1903: Roald Amundsen parte da Oslo per cercare il mitico passaggio a nord-ovest. La semplice genialità del suo piano di esplorazione stava nel ridurre la logistica al minimo e vivere come i locali. Il suo approccio fu di grande ispirazione per lo sviluppo di “Direct Mars” di Robert Zubrin, lo straordinario (e molto economico) progetto di esplorazione umana di Marte.
Due parole su Marte.
Con “vivere come i locali” Zubrin intende l’usare la mentalità che i locali userebbero se vi fossero, ovvero essere autosufficienti con le risorse. Proprio come fecero tanti esploratori di successo sulla Terra, così bisognare fare per colonizzare lo spazio. Marte ha perfino più risorse per una civiltà avanzata rispetto a tanti posti sulla Terra e l’atmosfera stessa, con poco sforzo, può essere tramutata in carburante per razzi.
Marte è uno dei posti più vivibili del sistema solare: praticamente è un paradiso di risorse per una civiltà già industrializzata, che escono dal suolo (il terreno zeppo di ossido di ferro) e dall’atmosfera. Tutto l’opposto della Luna. Su Marte l’uomo deve puntare per non tramutare la Terra da culla dell’umanità a bara.
Avete già letto il libro di Zubrin “The Case for Mars”?
17 giugno
1885: la Statua della Libertà arriva al porto di New York, in pezzi da assemblare sul piedistallo. Ecco una signora in posa!
18 giugno
1836: su proposta del capitano Alessandro La Marmora, Re Carlo Alberto istituisce con regio brevetto i Bersaglieri. Viva l’Italia unita! Viva la Libertà! Viva il Re!
19 giugno
1867: l’Imperatore del Messico Massimiliano I viene fucilato. Era stato inviato da Napoleone III nel 1864 per fare del Messico uno stato fantoccio filo-francese, dopo la deposizione forzata del presidente liberale Benito Juárez, voluta dalla Francia perché aveva smesso di pagare gli interessi sul debito pubblico. All’epoca erano un po’ più ruspanti e diretti, ti mandavano proprio le truppe in casa invece di imporre dall’estero un governo tecnico con manovre politico-economiche.
Sfortunatamente Massimiliano I ottenne sia di far infuriare i conservatori, adottando gran parte delle riforme volute dai liberali di Juárez (libertà religiosa, riforma terriera, voto ai contadini) che di far infuriare la borghesia in rivolta, facendo fucilare molti rivoltosi repubblicani quando rifiutarono di riconoscerlo come Imperatore. I contadini messicani intanto facevano la siesta. Messe così le cose, con tutti i poteri forti contro, non gli restava che farsi fucilare in meno di tre anni.
Quello del breve Secondo Impero messicano è uno scenario bellissimo per opere Steampunk. C’era anche un fumetto francese steampunk coi primi numeri ambientati lì, “Hauteville House”.
Nella foto, il celebre dipinto di Édouard Manet.
20 giugno
1859: Stragi di Perugia. I mercenari svizzeri di Pio IX abbattono il Governo Provvisorio che chiede l’indipendenza dallo Stato Pontificio e dopo essere entrati in città massacrano sia i cittadini armati che bambini, donne e anziani rifugiati nelle case. La vicenda ebbe un’enorme eco internazionale, soprattutto negli USA, per le violenze subite dai loro cittadini lì presenti.
L’ambasciatore degli Stati Uniti a Roma, Stockton, scrisse: “Una soldatesca brutale e mercenaria fu sguinzagliata contro gli abitanti che non facevano resistenza; quando fu finito quel poco di resistenza che era stata fatta, persone inermi e indifese, senza riguardo a età o sesso, furono, violando l’uso delle nazioni civili, fucilate a sangue freddo.”
Scrisse il New York Times: “Le truppe infuriate parevano aver ripudiato ogni legge e irrompevano a volontà in tutte le case, commettendo omicidi scioccanti e altre barbarità sugli ospiti indifesi, uomini donne e bambini.”
E lo storico Pasquale Villari: “Furono saccheggiate trenta case, nelle quali — per confessione dello stesso Schmidt — fu fatto massacro delle stesse donne; furono invasi un monastero, due chiese, un ospedale e un conservatorio di orfane, nel quale sotto gli occhi delle maestre e delle compagne due giovanette furono contaminate.”
Stupri di orfane, fulgido esempio di carità cattolica? Un otto per mille ben speso, senza dubbio, se non fosse che all’epoca l’ingordo Papa ben più di un 8 si prendeva dal popolo oppresso per finanziarne la sete di sangue!
E prosegue Villari: “Alle immanità dei saccheggiatori seguirono, come legittimo corollario, il Governo statario bandito a Perugia dallo Schmidt, le onorificenze largite a lui ed ai suoi satelliti dal pontefice e i solenni e pomposi funerali indetti, dal card. vescovo Pecci (Nota: oggi Papa Leone XIII) con la iscrizione satanicamente provocatrice messa sul catafalco: Beati mortui qui in Domino moriuntur…”
Si dice che il Papa non inviò i soldati per massacrare i civili, nonostante tale obbiettivo fosse stato indicato esplicitamente dall’Uditore generale Luigi Mazio al comandante delle truppe, Schmidt, ma tutti i “se” e i “non poteva sapere” cadono quando scopriamo che i soldati, a fatto ormai noto, vennero premiati dal Papa con un apposito riconoscimento per il massacro di civili compiuto.
Pio IX venne beatificato nel 2000 da Giovanni Paolo II, dal papa tanto buono e tanto amato. E ha beatificato uno che se beatificava Himmler o Goering non andava tanto distante. ^_^
Se solo l’estetica di una piramide a gradoni distingue un sanguinario Re Azteco dal Papa Re, entrambi uniti nella fame di sacrifici umani, non ci risulta difficile capire come mai a lungo non ci si poté dire assieme cattolici e italiani… e nemmeno galantuomini e cattolici. Poi il tempo passa, bastano pochi decenni, spesso solo pochi anni, e si finge che dimenticandolo sia come se non fosse mai successo…
Prosegui con: giugno, dal ventuno a fine mese.
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