Torna indietro: agosto, dal primo al dieci del mese.
11 agosto
1904: alla battaglia di Waterberg, nell’odierna Namibia, le truppe tedesche di von Trotha sconfiggono i guerrieri Herero in rivolta contro l’occupazione coloniale. Inizia il genocidio degli Herero.
Gli Herero abitavano il nord dell’attuale Namibia, all’epoca appartenente ai territori dell’Africa Sud-Occidentale Tedesca. Erano tribù di guerrieri allevatori di bestiame. Durante l’occupazione tedesca si trovarono in conflitto con i coloni bianchi, perché seppure le condizioni di vita fossero molto migliori che nei territori sotto controllo Belga (mostruosi) o Francese (pessimi), i nativi comunque erano discriminati a favore dei bianchi.
I coloni erano incoraggiati a espandersi e strappare ai selvaggi nuove terre per gli insediamenti e le loro attività, nel caso della Namibia per esempio per la realizzazione di miniere di diamanti. I selvaggi erano impiegati come manodopera considerata poco più che a livello di schiavi.
Gli Herero si incazzarono e un loro leader, Samuel Maharero, venne scelto per guidare le tribù in una grande sollevazione contro i bianchi, sperando di attirare anche le altre etnie africane nella guerra. Per esempio dei Khoikhoi, gruppo etnico in buoni rapporti coi tedeschi fin dalla firma di un trattato di amicizia nel 1893, si sollevarono i Nama.
Il 12 gennaio 1904 i guerrieri Herero iniziarono la rivolta: le fattorie tedesche vennero distrutte e almeno 123 coloni assassinati. Il comandante Leutwein, famoso per il suo sistema di gestione dei selvaggi che univa diplomazia e coercizione, venne considerato troppo indulgente e morbido nei confronti degli Herero e sostituito. L’Imperatore richiese l’invio di uno specialista in repressioni, famoso per la durezza disumana con cui annientava i ribelli: Lothar von Trotha, già vincitore nella rivolta dei Wahehe in Tanzania e che aveva partecipato alla repressione dei Boxer in Cina.
Il suo compito era di fermare la ribellione, a qualsiasi prezzo.
Von Trotha riuscì a riunire nella zona della battaglia, distante 100 km dalle ferrovie tedesche, una forza di 2000 uomini con 30 cannoni e 14 mitragliatrici. Poco distante si era assembrato gran parte del popolo Herero, 50mila persone circa, inclusi non più di 6000 guerrieri (in parte armati di fucili e in parte di armi tradizionali). Maharero pensava che i tedeschi, di fronte alla nazione riunita, si sarebbero comportati in modo civile e avrebbero trattato una pace onorevole per entrambe le parti.
Ma come detto von Trotha aveva obiettivi diversi: lui schiacciava i nemici e se l’Imperatore lo aveva inviato per schiacciare i ribelli, lui lo avrebbe fatto. Guglielmo II, successivamente sconvolto da quanto accaduto, in realtà non voleva un genocidio: ma von Trotha era la persona sbagliata per ottenere una vittoria diplomatica.
Il piano di von Trotha era di accerchiare i ribelli e annientarli. Sfortunatamente la manovra non andò a buon fine, una delle colonne non giunse in tempo in posizione e non riuscì a comunicare il ritardo, e gli Herero fuggirono dalla battaglia dopo aver subito alte perdite.
Trotha riuscì comunque a spingere i superstiti, in gran parte civili, nel deserto di Omaheke e fece avvelenare i pozzi per sterminarli.
Il 2 ottobre venne dato il famoso ordine di sterminio, che suona grossomodo così:
Io, generale dell’esercito tedesco, invio questa lettera agli Herero. Essi non sono più sudditi tedeschi. Hanno ucciso, derubato, tagliato le orecchie e altre parti del corpo a soldati feriti, e ora sono troppo codardi per continuare a combattere. Annuncio alla popolazione che chiunque mi consegnerà un loro capo riceverà 1000 marchi, e 5000 marchi per Samuel Maharero.
Il popolo Herero deve lasciare il paese. Se non lo farà, lo costringerò col ‘lungo tubo’ (cannone). Ogni Herero che sarà trovato all’interno dei confini tedeschi, con o senza un’arma, con o senza bestiame, verrà ucciso. Non accolgo più né donne né bambini: li ricaccerò alla loro gente o farò sparare loro addosso. Queste sono le mie parole per il popolo Herero.
Un migliaio di fuggitivi, guidati da Maharero, riuscirono a raggiungere il territorio britannico e vennero accolti come rifugiati politici. I sopravvissuti catturati vennero chiusi in campi di concentramento, su ordine arrivato dalla madrepatria, e impiegati come forza lavoro per l’esercito e i coloni tedeschi. La mortalità nei diversì campi variò dal 45% al 74%, per troppo lavoro, abusi e soprattutto malnutrizione (venivano nutriti solo con poco riso). Il campo peggiore era quello di Shark Island, con un buon 80% di decessi. La stampa dell’epoca denunciò gli accadimenti, causando un bello scandalo (di solito ai tedeschi non accadeva, come detto amministravano in modo umano e rispettoso, per quanto possibile, le loro colonie).
Nell’insieme, delle varie etnie, morirono 100.000 africani, incluso il 50% dei Nama. Lo stesso Leutwein, sostituito nel compito di reprimere la rivolta da von Trotha, denunciò la follia del genocidio: dal suo punto di vista gli Herero erano utili come manodopera e come allevatori di bestiame, non andavano annientati così (se qualcuno si aspettava una motivazione strettamente umanitaria, ha il cervello tra le chiappe).
Attualmente gli Herero, dopo oltre un secolo dallo sterminio che li portò al limite dell’estinzione, ammontano a 120.000 unità circa.
Questa bella storia ci insegna una morale importante, anzi due:
- non ribellarti se non puoi vincere;
- non lottare contro von Trotha, non ti farà vincere solo per il timore di apparire disumano.
E ora che lo sapete, la vostra vita ne è sicuramente arricchita. Circa.
Nella foto: von Trotha a sinistra, Herero sopravvissuti ai campi di concentramento a destra.
12 agosto
1851: Isaac Singer brevetta la sua macchina per cucire. Non fu la prima macchina per cucire della storia, ne erano state ideate anche altre nei decenni precedenti, fin dalla fine del Settecento.
Singer infatti non inventò la macchina in sé, ma perfezionò e semplificò il design delle macchine fino allora prodotte. Per esempio sostituì l’ago curvo con un ago dritto e aggiunse il pedale.
La sua macchina era la prima a essere affidabile e realmente idonea all’uso (900 punti al minuto contro i 40 di una sarta esperta), permettendo così la diffusione delle macchine da cucire nei decenni successivi.
1877: Asaph Hall scopre la prima delle lune di Marte, Deimos!
Deimos e Phobos si chiamano così perché, guarda caso, il libro XV dell’Iliade ci dice che il Dio Marte ha con sé due compagni di guerra con questo nome, ovvero Terrore e Paura, suoi figli avuti con Afrodite. Curioso che il pianeta abbia proprio due compagni come il Dio, no?
Sfortunatamente Deimos è proprio un inutile sasso, mentre il più grosso e vicino Phobos, l’altra luna di Marte, è utile a qualcosa: per esempio su Marte non c’è un campo magnetico apprezzabile per usare bussole, per cui un eventuale “disperso” potrebbe orientarsi usando il sorgere e calare di Phobos, che avviene due volte per ogni giorno marziano. I giorni marziani sono solo 40 minuti più lunghi di quelli terrestri.
Ne fa uso per orientarsi il protagonista del romanzo “L’uomo di Marte”, divertente storia di sopravvivenza contro tutte le possibilità che vi consiglio.
13 agosto
1913: Harry Brearly realizza uno dei primi acciai inossidabili, al 12,8% di cromo!
L’acciaio inossidabile è ideale in molti impieghi, per esempio nell’acqua marina, ma diventa sempre più delicato all’aumentare della lunghezza della lama perché la sua rigidità non permette di scaricare gli impatti flettendosi lateralmente. Fino ai 30 cm circa, una bella sberla di lama insomma, comunque può produrre coltelli da combattimento eccellenti ed è usato diffusamente da militari e appassionati.
1918: Opha May Johnson è la prima donna ad arruolarsi nel Corpo dei Marines degli Stati Uniti! Aveva 39 anni e fu tra le prime 305 donne che quel giorno poterono arruolarsi, per ruoli non di combattimento, in quella che nel 1943 divenne ufficialmente la Riserva Femminile dei Marines.
Ruoli non di combattimento? Quella nel poster si direbbe pubblicità ingannevole!
14 agosto
1900: i soldati dell’Alleanza delle Otto Nazioni (Giappone, USA, Germania, Francia, Russia, Italia, Austria-Ungheria e Regno Unito) entrano a Pechino per stroncare la rivolta sanguinaria dei Boxer. L’imperatrice Cixi fugge con la coda tra le gambe assieme ai suoi sgherri, quella codarda!
Nella foto: soldati dell’Alleanza presenti, distogliendo lo sguardo, mentre un civile cinese viene decapitato in strada.
La repressione da parte delle forze cinesi e dell’Alleanza fu così violenta che il generale Chaffee stimò le vittime innocenti in 15, inclusi donne e bambini, per ogni vero rivoltoso Boxer eliminato.
15 agosto
1867: con la legge n.3848, buona parte degli enti ecclesiastici non sono più riconosciuti come enti morali e i loro beni vengono devoluti al Demanio del Stato! Evviva!
Quasi un secolo e mezzo dopo: 8xmille, agevolazioni, fino a non molto tempo fa anche fortissimi sconti sull’acquisto di energia (idem per San Marino) e telegiornali RAI che paiono l’ufficio stampa della CEI o del Vaticano. Progresso… e pensare che la Chiesa, all’epoca, vi si opponeva!
In foto: Urbano Rattazzi, sotto il cui governo Rattazzi II venne emanata la legge.
Tutto bene quel che finisce bene?
Pare di no: in realtà abbiamo fatto un favore alla Chiesa, obbligandola a modernizzarsi nella propria amministrazione…
Cito dalla pagina dedicata su Wikipedia:
«nel giro di pochi decenni quella che ancora nella seconda metà del Settecento era di fatto una federazione di Chiese nazionali si trasformò in una compatta organizzazione internazionale, disciplinarmente e teologicamente sottoposta al Papa e agli organismi curiali. Roma divenne contemporaneamente fonte del potere, centro di elaborazione del pensiero teologico-canonistico, luogo di formazione del personale dirigente.»
(Gianpaolo Romanato)Giancarlo Rocca nota che «le leggi del 1866 e del 1873 non soppressero alcun Ordine religioso e nessun Ordine religioso scomparve a seguito di esse.»
Anche a livello periferico le associazioni religiose si riorganizzarono secondo le nuove forme giuridiche previste dalle leggi dedicandosi a nuovi settori d’intervento: gli asili, gli oratori, la scuola, gli orfani, le missioni nei nuovi continenti, la stampa, ecc. Intervenendo alla Camera nel 1895 Francesco Crispi ammise che lo Stato aveva perduto la sua battaglia contro gli ordini religiosi.
Qualunque cosa uno fa, sbaglia…
Sigh.
16 agosto
1855: Guerra di Crimea, battaglia della Cernaia, 37mila tra francesi e sardo-piemontesi respingono l’assalto di 40mila russi. I bersaglieri si coprono di gloria!
17 agosto
1908: viene proiettato a Parigi il primo cartone animato, “Fantasmagorie” di Émile Coh.
1896: Bridget Driscoll è la prima vittima nota investita da un’automobile nel Regno Unito! L’incidente avvenne nei pressi del Crystal Palace, quando una Benz lanciata alla folle velocità (così la definì un testimone) di 6,4 km/h colpì la signora. Non ho idea di come fece a morire a una velocità così modeste, deve esserla passata proprio sopra o avrà sbattuto male la testa cadendo. Non lo so.
La Benz era in grado in teoria di raggiungere i 13 km/h, ma l’autista Arthur James Edsall ne aveva appositamente ridotta la velocità massima a 6,4 km/h, come confermato anche da un tassista che analizzò il veicolo: la cinghia di distribuzione installata era di tipo lento, capace al massimo di far arrivare a 7,2 km/h.
Il fatto venne considerato un incidente e l’autista non venne perseguito.
L’auto era proprietà della Anglo-French di Birmingham, portata lì per offrire passaggi dimostrativi al pubblico e curiosità verso le automobili, appena divenute appetibili sul mercato grazie ad alcune nuove leggi sulle automobili.
L’incidente era infatti avvenuto poche settimane dopo che i veicoli a motore avevano ottenuto il diritto di viaggiare fino alla folle velocità di 23 km/h, innalzando notevolmente i precedenti limiti di 3,2 km/h in città e 6,4 km/h in campagna. I limiti così bassi esistevano per impedire lo svilupparsi del mercato automobilistico e difendere gli interessi di allevatori di cavalli, proprietari di carrozze, conducenti e produttori di frustini per cavalli.
Erano i famosi Red Flag Act del 1861, 1865 e 1878, chiamati così perché in quello del 1865 oltre ai limiti di velocità sopra indicati vi era l’obbligo per tutte le “locomotive stradali” di avere un portatore di bandiera rossa a marciarvi davanti, avvertendo tutti del pericolo. In pratica il nascente e frizzante mercato delle automobili con motori meccanici, in particolare a vapore, venne ucciso a colpi di leggi e l’avvento delle automobili in Europa ritardato di 40 anni.
18 agosto
1893: la Regina Margherita sale a inaugurare la capanna omonima sul massiccio del Monte Rosa, presso punta Gnifetti. Il rifugio alpino più alto d’Europa, 4654 metri di quota.
Contenne un importante laboratorio per lo studio della medicina d’alta quota, a cui venne aggiunto nel 1907 l’Istituto Mossi, molto più ampio, a 2900 metri di quota. Un tempo l’Italia si dava da fare!
Attualmente il nuovo rifugio, demolito nel 1979 e ricostruito nel 1980, contiene anche la più alta biblioteca d’Europa con 350 volumi (nel 2010, in crescita) a disposizioni degli alpinisti e il Wi-Fi per internet dal 2007.
19 agosto
1839: il governo francese annuncia che il nuovo processo fotografico inventato da Louis Daguerre è di libero utilizzo in giro per il mondo. Un passo importante nella storia della fotografia. La dagherrotipia rimase il principale metodo per fare foto per 20 anni, fino a quando a partire dal 1860 i nuovi metodi per ottenere foto economiche e riproducibili si imposero.
Fotografare dagherrotipi non era una passeggiata: al posto di semplici pellicole di usavano lastre di rame placcate in argento, lucidate a specchio, trattata con fumi di iodio o simili per rendere la superficie fotosensibile. Lo sviluppo dell’immagine richiedeva poi altri fumi, di mercurio, e altri passaggi.
Queste lastre andavano preparate al massimo un’ora prima e la foto risultava non solo ribaltata come in uno specchio, ma non era riproducibile: niente negativo da cui ottenere nuove foto, c’era solo quella lastra.
In più la lastra ottenuta andava chiusa sotto vetro, per difenderla dall’ossidazione che avrebbe reso presto nero l’argento!
Non ho mai visto dal vivo un dagherrotipo, ma ho letto che l’immagine appare un po’ strana, dà l’illusione ottica di essere sospesa a galleggiare subito sopra la lastra e non impressa sulla superficie. Si vede solo dal vivo, simile a certi ologrammi sulle carte di credito.
E voi ne avete mai visto uno dal vivo?
20 agosto
1858: Charles Darwin pubblica la sua teoria dell’evoluzione tramite selezione naturale su “The Journal of the Proceedings of the Linnean Society of London”, assieme alla teoria simile di Alfred Russel Wallace.
Darwin e Wallace erano stati in contatto, entrambi studiavano l’evoluzione e avevano idee simili. Fu Wallace nel dicembre 1857 a chiedere a Darwin se intendeva, nel futuro libro che pensava di realizzare sull’evoluzione, parlare anche di quella umana. All’epoca Darwin rispose che era un argomento troppo scottante, per cui preferiva tacerne.
Come sappiamo il suo “L’origine delle specie” causò un putiferio comunque, anche se Darwin aveva evitato apposta di parlare del genere umano (sulla cui evoluzione si espresse nel 1871). Ma lasciamo stare Darwin che bene o male lo si conosce e passiamo a Wallace. Giusto qualche informazione sparsa per delinearne alcune idee peculiare.
Wallace negli anni 1880 si oppose ai vaccini. All’epoca la teoria dei germi non era ancora diffusa e i vaccini si sapeva che funzionavano, ma non si sapeva il motivo. Era un uso empirico. Wallace scoprì che le statistiche sull’utilità dei vaccini erano manomesse e sospettò che vi fosse un complotto di medici per motivi di guadagno personale con le vaccinazioni. Era uno che nutriva forti sospetti in generale contro le autorità e scattò subito l’idea del Gomblotto!
Peccato che anche Wallace e compagnia usarono dati falsi o faziosi, e contenenti diversi errori, per smentire l’efficacia dei vaccini, nel tentativo di dimostrare che i miglioramenti nel prevenire il vaiolo erano legati solo alle migliori condizioni di vita e igieniche. La Commissione Reale che indagava la questione nel 1890 diede torto a Wallace che però non si perse d’animo e pubblicò nel 1898 un libro contro i vaccini, definendo la loro obbligatorietà un crimine.
Oltre che complottista e anti-vaccini, Wallace non si fece mancare una solida fede nello spiritismo, nella frenologia, nel mesmerismo e nonostante tutte le prove presentate contro la reale efficacia delle sedute spiritiche, non accettò mai che fossero frodi ben congegnate ai danni dei creduloni come lui.
Benvenuti nella Scienza nell’Ottocento! Quando non è che ci fossero Scienziati e Ciarlatani nettamente distinti, erano in massima parte tutti almeno un po’ ciarlatani, però quelli fortunati finivano per credere ciecamente in qualcosa che più per fortuna che per altro si dimostrava poi corretto. E altri rimanevano alla frenologia…
… che, tra parentesi, è una Scienza Esatta e chi non ci crede è parte del complotto giudaico delle Big Pharma e della Banca Mondiale contro la Democrazia!!! Non fermerete la Verità!!!1111oneoneone
Prosegui con: agosto, dal ventuno a fine mese.
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