Carlton Mellick III aveva un sogno.
Beh, non proprio un sogno, diciamo che è più simile a un incubo: l’idea di due bambini che non hanno mai incontrato i propri genitori, nonostante vivano nella stessa casa. Una casa in cui i bambini vagano senza trovare i loro genitori, pur sapendo che sono da qualche parte. Sentono risate, trovano tracce, ma non li vedono mai. Come in una storia di fantasmi, dice Mellick, ma in cui i bambini sono perseguitati da persone ancora vive.
Da questa idea che lo ha accompagnato fin dall’infanzia nasce La Casa sulle Sabbie Mobili, la più toccante e intima storia scritta da Mellick.
Tick e Polly non hanno mai incontrato i loro genitori. Sono confinati nell’appartamento dei bambini dove crescono sotto le cure dell’anziana Tata Warbourogh, nell’attesa di poter incontrare mamma e papà e andare a vivere nel resto della casa. Dopo anni di attesa ormai Polly è diventata troppo grande per i vestiti che ha nell’armadio e dei genitori non c’è ancora nessuna traccia.
Quando i macchinari che rendono autosufficiente l’appartamento iniziano a guastarsi, Polly e Tick sono obbligati ad affrontare il resto della casa. Li aspetta un labirinto di stanze e corridoi in rovina, abitato da creature mostruose che cacciano nelle ombre. La ricerca dei genitori diventa una battaglia per la sopravvivenza, nella disperata speranza di trovarli prima di morire di fame. Il mondo fuori dalle poche stanze in cui sono cresciuti è molto diverso da quello che pensavano di trovare, e più attraversano la casa e più svelano misteri che non avrebbero mai voluto scoprire.
Uno dei libri più intimi e toccanti della produzione di Carlton Mellick III.
Un’opera che in cui fantascienza post-apocalittica e distopia si fondono nel formare lo sfondo di una storia che è fondamentalmente horror nelle sue atmosfere. Un’opera dal finale assieme felice e amaro, che può essere gradita a chi ha apprezzato il finale agrodolce di Apocalisse Peluche (sempre Carlton Mellick III) o quello tragico e nichilista de Il Grande Strappo (Giuseppe Menconi). Ho voluto che fosse questa opera, così ricca e così toccante, a segnare la decima pubblicazione italiana di Carlton Mellick III.
Un romanzo di buona lunghezza, 58.000 parole circa nella nostra traduzione, circa il doppio delle tipiche opere di Mellick scritte prima del 2013 e che abbiamo già presentato nelle precedenti nove uscite. Non certo un romanzo lungo (ne ha scritti anche di circa 100.000 parole negli ultimi anni), ma comunque un romanzo pieno a tutti gli effetti.
Qui la scheda de La Casa sulle Sabbie Mobili
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Con cosa accompagnare questa lettura?
Con il digiuno e l’ansia. Possibilmente bevendo solo acqua (e poca), come i protagonisti che si trovano in difficoltà e devono razionarla. Magari stando al buio.
E anche questa volta vogliamo DarloVia!
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1 comment
Finalmente! Il mio secondo preferito di Mellick in italiano *-*! Lo compro appena torno a casa!
Però sono in disaccordo sul finale: secondo me questo e quello di Apocalisse Peluche sono molto diversi. Questo è tutto sommato positivo. Quello di Apocalisse Peluche è tremendo XD, ha fatto restare male quelli a cui ho fatto leggere il libro. Persino quello del Grande Strappo non fa lo stesso effetto scioccante.