Con Kill Ball siamo alla quarta opera di Bizarro Fiction per Vaporteppa. Non era previsto che fossero di fila, volevo proporre prima un racconto italiano a pagamento, ma non è ancora pronto e quindi bisognerà aspettare ancora un po’. In ogni caso un poco di pausa dalla Bizarro Fiction l’avete già avuta a settembre, con il racconto gratuito Piloti e Nobiltà.
Ho scelto di portare Kill Ball in gran parte per il suo primo capitolo. Nel complesso si tratta di una classica storia di evoluzione umana troppo rapida per avere senso, come Carlton Mellick III spesso fa per esplorare certi limiti della società e sfruttare anche una piccola dose di simbolismo legato alla natura della mutazione improvvisa. Con Kill Ball ci presenta un mondo in cui gli uomini sono completamente soli, pur essendo tutti assieme: non possono toccarsi e non è normale nemmeno vedersi. Letteralmente è dentro una bolla di plastica che si consuma la loro solitudine pubblica, alla disperata ricerca di un qualche surrogato di contatto umano… come le spogliarelliste, le uniche che indossano bolle trasparenti, permettendo così almeno la vista del corpo nudo.
In un futuro in cui le persone sono obbligate a isolarsi dentro bolle di plastica colorate per interagire, senza potersi nemmeno vedere, i locali di spogliarello sono diventati l’ultimo tabù. In bolle trasparenti le spogliarelliste soddisfano il bisogno di contatto umano dei maschi, ma Kill Ball, un inarrestabile serial killer, vuole ucciderle tutte. Colin è innamorato di una spogliarellista, Siren, e la sua vita cambierà quando Kill Ball la prenderà di mira.
Si tratta di un romanzo breve di 26.200 parole (circa 92 pagine), come sempre contando escludendo tutto ciò che non sia l’opera in sé: titolo, colophon, postfazione, note ecc. non sono conteggiati, solo la storia. Lo potete trovare in vendita a 2,99 euro nei vari negozi di elettrolibri.
Scheda del libro su Vaporteppa.
Compralo su Ultima Books (ePub) o Amazon (Kindle)!
O se vuoi aiutarci al massimo, compralo sul nostro negozio dedicato!
Trovate l’anteprima di un capitolo e mezzo su Ultima Books.
Assieme al romanzo breve è incluso il solito saggio di Chiara Gamberetta scritto apposta per Vaporteppa e che potete leggere anche online, qui: Introduzione alla Bizarro Fiction.
Cosa abbinare per gustare al meglio l’opera?
Scelta non facile. Se ci aggiungete che da fine agosto non bevo, causa dieta, non ho nemmeno potuto sperimentare chissà quali alternative adatte per quest’opera… ma fortunatamente l’unica bottiglia “diversa” provata, in una settimana di pausa dalla dieta, sembra proprio quella giusta: Vite Maritata, un Asprinio di Aversa doc della cantina I Borboni. Il nome viene dalla storica modalità di allevamento della vite, di epoca Etrusca, in cui la vite si “sposa” a un albero (di norma un pioppo) che le fa da tutore.
Proprio come il primo capitolo di Kill Ball, l’Asprinio è aspro per l’eccessiva acidità che, seppur non fuori controllo, non è comunque del tutto bilanciata dalla morbidezza e sfuma in sentori ammandorlati (amaricanti piacevoli) e un sapore generale diverso da quello di tanti vini bianchi. Un po’ come bere un Pigato ligure o un Arbois Blanc della Jura rivela un’esperienza di sorso completamente diversa da quella dei tipici bianchi.
Colore giallo paglierino così poco giallo da avere addirittura vaghi riflessi argentati. Al naso si presenta di buona complessità, con profumi di frutta (mela, albicocca e cedro), floreale e una nota di frutta secca. Frutta secca che poi domina in bocca, con l’ammandorlato che si impone nel sapore intenso del vino. Persistenza adeguata all’intensità notevole, molto sapida. Andando ai punti, mi sento di premiare solo l’intensità: 81 punti.
Per la mia totale mancanza di esperienza con l’Asprinio probabilmente non riesco a premiare dove, nella sua tipicità, andrebbe premiato: quel voto prendetelo come un minimo, magari persone più esperte darebbero 82 o perfino 84 (premiare la struttura?). La bottiglia comunque non è certo costosa, sotto i dieci euro (mi pare 6 euro), e il risultato è più che valido!
Plauso finale per I Borboni che hanno ricollocato la produzione di Asprinio, il vitigno tipico di quella terra che tanto amano, nelle storiche grotte di tufo al centro del paese! Potevano rimanere in periferia, dove tutto sarebbe stato più facile, ma è nel cuore di Lusciano che hanno voluto riportare il vino di Aversa. Bravi, questo è quell’amore “alla francese” per il vino e per la terra di cui è espressione che tutti i produttori dovrebbero prendere come esempio!
Commenti recenti