Torna indietro: maggio, dal ventuno a fine mese.
Primo giugno
1879: il principe Napoleone Eugenio Bonaparte, l’unico figlio di Napoleone III ed erede al trono imperiale di Francia (i bonapartisti nel 1873 lo avevano acclamato Napoleone IV), muore in guerra contro gli Zulu.
Il principe era diventato ufficiale nell’esercito britannico e col grado di sottotenente fece richiesta per servire la sua nuova patria al meglio, combattendo in Africa contro gli Zulu nella guerra appena scoppiata. Il suo comandante tentò di tenerlo lontano dall’azione, per le gravissime conseguenze che la morte in servizio (o il ferimento) di un principe imperiale avrebbe potuto avere.
Era in perlustrazione con sette cavalleggeri, e si erano fermati a riposare in un accampamento zulu abbandonato. Vennero assaliti da una quarantina di zulu che si erano avvicinati in silenzio sfruttando l’erba altissima. Tre vennero uccisi subito, gli altri si diedero alla fuga senza combattere. Il principe salì in sella, ma questa dopo un centinaio di metri cedette e il principe crollò al suolo.
Fuggì a piedi, fino a quando uno zulu lo centrò alla coscia con la zagaglia (la corta lancia da combattimento ravvicinato). Il principe si strappò la lancia dalla gamba e si voltò per affrontare con il revolver i nemici. Gli tirarono un’altra zagaglia e lo presero nella spalla. Tentò di lottare con la lancia strappata dalla gamba, ma venne ucciso. Sul suo cadavere si contarono diciotto ferite di lancia.
Morta l’ultima pedina in mano britannica per minacciare la Repubblica di un possibile ritorno all’Impero, scoppiò lo scandalo. I fuggitivi vennero accusati di codardia. I bonapartisti sparsero la voce, accreditata dalle autorità britanniche, di una morte eroica affrontando gli zulu. Non so se i dettagli indicati sopra siano affidabili o se siano già parte della versione eroica. In qualche modo si sarà difeso, immagino. Forse nella versione eroica non c’era la fuga con caduta comica da cavallo?
I britannici vennero accusati di aver preparato tutto per eliminare chi poteva salire al trono di Francia e fare un favore alla Repubblica (gombloddo!!!). Da parte loro gli zulu comunicarono che se avessero saputo che era così importante, non l’avrebbero ucciso.
2 giugno
1882: Giuseppe Garibaldi muore a Caprera.
Con l’orgoglio di chi non è italiano solo per la casualità di nascita, ammiriamo queste estratto dal Suo testamento:
1°) Ai miei figli, ai miei amici, ed a quanti dividono le mie opinioni, io lego: l’amore mio per la libertà e per il vero; il mio odio per la menzogna e la tirannide. Siccome negli ultimi momenti della creatura umana, il prete, profittando dello stato spossato in cui si trova il moribondo e della confusione che sovente vi succede, s’inoltra e mettendo in opera ogni turpe stratagemma, propaga con l’impostura in cui è maestro, che il defunto compi, pentendosi delle sue credenze passate, ai doveri di cattolico.
2°) In conseguenza io dichiaro, che trovandomi in piena ragione oggi, non voglio accettare in nessun tempo il ministero odioso, disprezzevole e scellerato d’un prete, che considero atroce nemico del genere umano e dell’Italia in particolare. E che solo in istato di pazzia o di ben crassa ignoranza, io credo possa un individuo raccomandarsi ad un discendente di Torquemada.
Nel primo punto il richiamo evidente è alla storiella secondo cui Cavour si sarebbe riconciliato con Dio in punto di morte, messa in giro dai traditori della patria ovvero quelle nere cornacchie che pongono l’obbedienza al Papa Re sopra quella verso il Re d’Italia.
Viva L’Italia!
Viva Garibaldi!
3 giugno
1911: per i suoi meriti nell’archeologia, Rodolfo Lanciani diventa senatore del Regno d’Italia.
Lanciani era laureato in filosofia, matematica e ingegneria. Sempre interessato all’archeologia di Roma, fu nella Commissione Archeologica Comunale fin dalla fondazione nel 1872. Fu al centro di un periodo di ritrovamenti archeologici a Roma senza eguali, grazie ai continui scavi e al boom edilizio.
Tra 1893 e 1901 pubblicò la pianta di tutti i monumenti dall’età classica al VI secolo presenti a Roma, con sovrapposizione dei luoghi moderni a quelli antichi per facilitare la consultazione.
4 giugno
1855: il maggiore Henry C. Wayne parte da New York per andare a comprare dei cammelli per il futuro Corpo Cammellato degli Stati Uniti. In Africa comprò 33 cammelli (di cui 29 cammelli arabi, ovvero dromedari) e assunse cinque cammellieri.
L’esperimento del Corpo Cammellato durò poco. Si volevano usare i cammelli nelle aree del sud-ovest, dove il caldo, la mancanza di acqua e il terreno difficile rendevano complicato l’impiego dei cavalli o dei muli. I cammelli si dimostrarono veloci, forti e resistenti. L’esperimento si stava dimostrando un successo.
Con lo scoppio della Guerra Civile l’esperimento ebbe fine. Non c’era tempo o risorse per occuparsi di un progetto secondario, in più i cammelli terrorizzavano i cavalli e i soldati avevano difficoltà a gestire assieme i diversi animali.
I cammelli vennero venduti a privati, nonostante l’offerta di un ufficiale di ospitarli nelle sue terre, e in parte fuggirono. Cammelli selvatici figli dei fuggitivi vennero avvistati fino ai primi del ‘900 e l’ultimo avvistamente, in Texas, avvenne nel 1941.
5 giugno
1833: la diciassettenne Ada Byron, futura contessa di Lovelace e prima programmatrice della storia, incontra Charles Babbage, l’ideatore del primo calcolatore digitale meccanico programmabile della storia.
1883: primo viaggio da Parigi a Vienna dell’Express d’Orient. Vienna fu il capolinea fino al 4 ottobre 1883. Nel 1891 il nome cambiò in Orient Express.
6 giugno
1861: muore Camillo Benso, conte di Cavour. Ebbe la fortuna di veder nascere il Regno d’Italia. «L’Italia è fatta – tutto è salvo»… e se come nel racconto di Mitchell “L’orologio che andava all’indietro” (1881) potessimo tornare da lui e mostrargli che non può morire tranquillo, perché l’Italia non è mica venuta troppo bene?
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7 giugno
1905: termina l’unione tra Norvegia e Svezia. Avevano avuto una sola monarchia e una sola politica estera dal 1814, sotto Casa Bernadotte. Per alcuni mesi vi furono tensioni e timore di una guerra tra le due nazioni, poi la Norvegia riconobbe la Svezia come monarchia indipendente.
Tra i molti motivi della separazione vi fu il bisogno di mantenere un forte commercio estero della Norvegia, al contrario del bisogno di protezionismo della Svezia. Anche in politica estera la Norvegia era più vicina al Regno Unito, mentre la Svezia alla Germania. In più i due paesi non avevano più un’unione commerciale dal 1895: in pratica i motivi per rimanere ancora assieme non c’erano.
Mentre Oscar II di Casa Bernadotte continuò a regnare sulla Svezia, il trono norvegese andò pochi mesi dopo al principe Carlo di Danimarca che divenne Hakoon VII.
Nella foto la bandiera norvegese, priva dei simboli dell’unione con la Svezia, è issata sulla fortezza di Akershus che protegge la capitale norvegese Kristiania (Oslo, dopo il 1925). Accanto, Hakoon VII.
8 giugno
1887: Herman Hollerith brevetta il calcolatore a schede perforate. Sarà fondamentale per il censimento USA del 1890, data la mole di persone da registrare in tempo per le successive elezioni!
9 giugno
1885: il Trattato di Tientsin chiude la guerra franco-cinese, combattuta in parte come guerriglia in Vietnam, in particolare contro le Bandiere Nere, gruppi di banditi cinesi (oggi diremmo bande di paramilitari) dediti alla tortura e al cannibalismo.
Furono proprio le continue violenze perpetrate dalle Bandiere Nere a danno delle navi occidentali a portare nel 1882 all’intervento anti-pirateria francese che si tramutò poi nella guerra con la Cina.
Nel trattato i cinesi rinunciano a ritenere l’Annam (Vietnam) un loro protettorato e lo concedono, assieme al Tonchino, alla Francia.
Nota Extra.
Il cannibalismo tra i banditi cinesi non era comunque strano. Lo stesso Robert Fortune, nelle sue memorie del primo viaggio per penetrare in Cina allo scopo di scoprire la natura della pianta del tè e inviarne semi in India, li descrive come psicopatici cannibali dediti alla tortura. Era semplicemente ciò che un normale bandito cinese tendeva a diventare, nel momento in cui abbandonava il regime repressivo imposto dai Qing. Fortune dovette affrontare da solo un vascello di pirati, con le poche armi a bordo (era negli anni 1840), e riuscì a bluffare così bene da salvare l’imbarcazione cinese su cui viaggiava.
10 giugno
1907: parte il raid Pechino-Parigi in automobile! Tra i partecipanti, il giornalista italiano Luigi Barzini (dedicò un libro alla vicenda). In foto, l’Itala di Borghese e Barzini, con l’autista Guizzardi.
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