Apeshit – Pazzi furiosi è una storia di pazzia e di violenza.
Un bosco tra i monti, separato dal resto del mondo da una strada ricoperta di animali morti. Nel bosco individui deformi, mostri assetati di sangue, senza alcuna intenzione di rimanere morti anche dopo aver incassato parecchi proiettili. Quando la paura si accumula, il desiderio di vendetta prende possesso delle azioni e i sei ragazzi protagonisti si trovano a superare limiti che non immaginavano di superare, tra i mostri e loro non ci sarà poi molta differenza.
Sei adolescenti vanno a passare il fine settimana in una casa isolata tra i monti con l’idea di ubriacarsi, divertirsi e scopare, ma non hanno fatto i conti con i mostri che abitano nel bosco. La strada che porta alla casa in montagna è invasa dalle carcasse di animali di ogni genere ed è solo la prima delle stranezze in cui stanno per imbattersi.
I protagonisti non sono i soliti adolescenti cliché dei film horror. Per esempio, Jason ha un padre che lo obbliga a subire esperienze traumatiche per imparare a non averne paura, mentre la cheerleader Crystal ha una passione malata per la pornografia illegale a tema aborti.
“Apeshit – Pazzi Furiosi” è la dichiarazione d’amore di Mellick ai peggiori film horror di serie B, rivisitando i cliché dell’orrore in chiave Bizarro Fiction e tramutando una storia banale in un’orgia di stramberie. Una parodia splatter satura di follia.
Romanzo breve di circa 34.700 parole, a occhio e croce 112 pagine.
Qui la scheda di Apeshit – Pazzi Furiosi.
Compralo su StreetLib Store (ePub o Kindle) o Amazon (solo Kindle)!
Aspetti positivi
Grande ricchezza di immaginazione. Una storia bizzarra, ma non troppo: buona parte della stranezza è nell’ammasso di problemi mentali e fisici dei personaggi, ma sono tutti problemi reali, che esistono davvero, e la sensazione di bizzarria nasce dall’aver concentrato così tanti personaggi problematici tutti assieme. Le bizzarrie davvero legate al sovrannaturale, all’horror fantastico, sono ben poche. Anzi, direi solo uno: il segreto che circonda quel bosco. Da quel segreto viene tutto il resto e, come vedrete, anche la mole di animali morti all’inizio della vicenda è conseguenza di quel singolo elemento (e saperlo dona credibilità al tutto, perché un posto così, in fondo, potrebbe esistere davvero da qualche parte).
Aspetti negativi
Narratore onnisciente che si muove di personaggio in personaggio, mischiando un tentativo di ripresa cinematografica esterna con la descrizione interna delle sensazioni e dei pensieri dei personaggi. Non l’opera meglio scritta di Carlton Mellick III, ci troviamo di fronte allo stesso problema tecnico di Pugni di Armadillo che avevo spiegato in questo commento. Come sempre, lo stile di scrittura si salva per la ricchezza di dettagli concreti, sensoriali, precisi e la scrittura semplice e diretta.
So che suona strano che un editore faccia autocritica segnalando i punti deboli di una propria opera, ma il fatto che quest’opera la portiamo noi non significa niente: la giudichiamo esattamente come se l’avesse pubblicata qualcun altro, perché il giudizio critico ha valore solo se è oggettivo, ovvero basato su criteri tecnici precisi. Ovviamente se abbiamo scelto questo romanzo è perché è molto più ricco di aspetti positivi che negativi, se no mica lo portavamo! A me è piaciuto molto. ^_^
E anche questa volta vogliamo DarloVia!
Solo per i nostri lettori che ci seguono su Facebook, sarà possibile oggi e domani vincere una copia gratuita di questo elettrolibro o di un altro elettrolibro di Carlton Mellick III (o un’ora di incontro con il Duca per parlare di scrittura), basta seguire poche semplici istruzioni e incrociare le dita! Scopri come sulla nostra pagina Facebook a partire dalle 14:00 di oggi. ^-^
Buona lettura!
Commenti recenti